Il "giovin eroe"

di Diego Borettini

Dalla fierissima madre Caterina Sforza, discendente di Muzio e Francesco Sforza, Giovanni de Medici ha ereditato il buon seme di razza gagliarda.

Carattere ferreo, ardimento fino alla follia, valore disperato sono le qualità di questo grande capitano di ventura; forza viva, impetuosa, leggendaria, Giovanni delle Bande Nere figura degnamente fra i condottieri più celebri dell’epoca.

Leone X cerca di attenuargli il temperamento aggressivo, anche se egli ha una sola grande passione, le armi; e, finché quel Papa vive, combatte per lui contro il Duca d’Urbino e contro altri signorotti nelle Marche, nell’Umbria, nel Milanese.

Alla morte del Pontefice, suo protettore, in segno di lutto muta in nere le insegne delle sue valorose schiere che prendono da allora in poi il nome di "Bande Nere".

"Anime aspre, ardite, perdute" vivono in comunione intima con il loro capo famoso, con quel giovane al quale i mesi danno un’esperienza di anni e che sente approssimarsi non la morte imminente, ma la maturità cosciente e responsabile.

Pietro Aretino narra e canta l’ammirazione di tutti per questo eroe, per colui che dispone della vita e della morte di ognuno.

L’occhio suo terribile e la voce sua spaventosa ed ardita dominano nelle eroiche imprese che lo vedono sempre vincitore.

Giovanni delle Bande Nere col suo straordinario valore fa sorgere la speranza che le sue bande possano essere il nucleo attorno al quale gli italiani si riuniscano per scacciare gli stranieri.

Nel maggio 1526 Giovanni delle Bande Nere, al comando di milizie scelte e ardite, muove contro il nemico nella vasta pianura padana, per stancarlo con attacchi continui, per arrestare una fiumana che stava per rovesciarsi sulla penisola.

Lo chiamano il "gran diavolo" da una parte e "Giovanni d’Italia" dall’altra.

I suoi atti eroici e leggendari contro le orde sanguinarie dei Lanzichenecchi del Frundsberg si contano a decine.

I nemici fuggono al suo apparire. Egli è il terrore, lo spavento; finchè verso la fine del novembre 1526, nella pianura di Governolo nel mantovano, viene ferito a tradimento da un palla di falconetto sopra il ginocchio destro, lo stesso arto ferito a Pavia l'anno prima. Cade da cavallo con in pugno la spada "che mai non fu menata in fallo".

Una ferita gravissima, si deve procedere all’amputazione dell’arto.

A una decina di uomini vigorosi, chiamati a tenerlo immobile durante l’intervento, Giovanni dice: "Neppure venti mi terrebbero, se io non lo volessi".

Pietro Aretino, suo grande, unico, vero amico lo incita: "Lasciatevi tor via il guasto dell’artigliera ed in otto giorni potrete far reina l’Italia, che è serva. E la mutilazione la terrete in luogo dell’ordine del Re che mai non avete voluto portare al collo".

"Facciasi tosto", risponde l’eroe e la sera stessa egli stesso fa lume, sereno e sorridente, al terribile e crudele taglio.

Sopraggiunge la cancrena.

"Padre – rivolto al confessore giunto nell’imminenza della morte – per essere io professore d’armi son vissuto secondo il costume dei soldati, come anco avrei vissuto secondo quello dei religiosi, se avessi vestito l’abito che vestite voi, non feci mai cose indegne di me".

I servi, i soldati, i famigliari singhiozzano, il valoroso e gagliardo ventottenne si va spegnendo.

"Non voglio morire tra fasce e bende" grida pochi minuti prima del trapasso.

Viene adagiato su un lettino da campo e ivi muore, ancora viva nel volto quella terribilità e fierezza del guerriero nato per l’onore e per la gloria.

L’eroe viene sepolto con l’elmo in testa, come nei giorni delle battaglie, nella Chiesa di San Francesco in Mantova.

Il suo cavallo, Sultano, morto il padrone, da nessuno si lascia più cavalcare e da nessuno più prende cibo sino a morirne.

Spentosi Giovanni delle Bande Nere, gli eventi precipitano… "sacco di Roma"… "assedio di Firenze"… "battaglia di Gavinana"….

Il giovane eroe era scomparso nei giorni fatali della storia d’Italia.

... Questo è l’altiero e sovraumano esempio
del gran Giovanni de Medici invitto.
Piange la storia il suo immaturo scempio ...

 


  

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