Il mestiere delle armi a San Secondo
ddi Pier Luigi Poldi Allaj

 

I trionfi del film Il mestiere delle armi e di Ermanno Olmi impongono alcune puntualizzazioni, non inficianti certamente il valore intrinseco dell'opera e del regista, intrise magari di sano provincialismo, necessarie tuttavia a completare una corretta visione storica del personaggio, Giovanni delle Bande Nere, e delle sue azioni.

Documenti alla mano, risultano essere "centrali", nella intensa quanto brevissima vita del grande condottiero mediceo, gli anni parmensi o, per meglio dire, sansecondini e alcune illustri figure del casato dei Rossi. E a San Secondo di Parma, in Rocca, in affresco, Giovanni ancora vigila, a testimonianza dei vincoli di amore e di sangue.



A San Secondo, nel 1503 il 27 di luglio, arrivava Bianca, figlia di Caterina Sforza e Girolamo Riario, sposa a Troilo I de' Rossi, Bianca, sorella maggiore e mammina di Giovanni nei mesi duri della reclusione di Caterina in Castel Sant'Angelo, prigioniera di Alessandro VI e del Valentino.

Da Bianca erano nati vari figli. Tra questi, hanno lasciato un segno nella storia Pier Maria II, nato nel 1502, conte di San Secondo dal 1521 al 1547 e Giovan Girolamo, nato nel 1505 il 19 di maggi. Il futuro conte Pier Maria II già nel 1508, ancora in tenera età, veniva mandato presso nonna Caterina con zio Giovanni a "imparare [...] perché oramai le el tempo" (Archivio di Stato di Firenze, M.a.P.). Giovan Girolamo, vescovo di Pavia dal 1530 al 1564 (fatta salva la parentesi degli anni quaranta per i forti contrasti della famiglia dei Rossi con Papa Paolo III connessi alla costituzione del Ducato di Parma e Piacenza) e governatore di Roma dal 1551 al 1555, ne è il primo biografo, biografia riedita nel 1996 nei "Minima" della Salerno Editrice di Roma.

Giorgio Vasari, in Palazzo Vecchio a Firenze, nella sala detta di Giovanni delle Bande Nere, esemplificava tante onorevoli imprese e tra queste collocava la battaglia, del 1522, "del riscatto di San Secondo [...] nella quale impresa si fece una grandissima zuffa [...] la quale apportò grandissimo danno alli nimici" (Vasari, Ragionamenti). "Entrando egli di persona in San Secondo, luogo forte e di buona entrata, Girolamo còrso gli disse: 'Signore, tu sei povero, che non tieni questi luoghi per te?'. Al che egli rispose che mai più non gli parlasse di così fatte cose per quanto aveva cara la vita, per ciò che stimava più la sorella co' i suoi nipoti che quanti stati erano al mondo, sapendo che de' simili e de' maggiori non gli poteano vivendo mancare" (De Rossi, Vita di Giovanni de' Medici).

Giovanni, ferito a Pavia il 18 di febbraio del 1525, dopo una sosta di alcuni giorni a Piacenza, veniva trasportato "nel parmigiano a i castelli de la sorella", dove giungeva il 7 di marzo e dove ancora era assistito dal chirurgo Abramo che relazionava al duca di Mantova Federico II Gonzaga.

Meno efficaci erano le cure, compresa l'amputazione della gamba, nell'anno successivo 1526, verso la fine di novembre, e le gravi ferite gli costeravano la vita. Ma Giovanni anche sul letto di morte "si ricordò del Conte di San Secondo, dicendo: Almen fusse egli qui, che gli restarebbe il mio luogo". Così Pietro Aretino nelle "Lettere" (I, 4), quello stesso Pietro Aretino che, nel 1543, ne Le carte parlanti, dopo aver presentato "il conte Piermaria di Sansecondo [...] generale de le fanterie cristianissime, cavaliere de l'ordine di san Michele e speranza de la gloria italiana", come ben si può ancora vedere nella meravigliosa volta della superba Sala delle Gesta in Rocca, concludeva: "Ho inteso confermarlo ne la valentigia del zio".

Non penso che le testimonianze addotte si possano tacciare di ristretto campanilismo, quando non di ottuso provincialismo: sono momenti importanti nella storia di una terra e di una comunità che ancora cerca di conservare, quantunque a fatica, nei luoghi che ne furono teatro, le antiche vestigia anche attraverso significative rievocazioni quali il Palio delle Contrade ai primi di giugno oppure le ricorrenti Arte e suggestioni in Rocca, la sera di ogni ultimo sabato di mese, sempre sotto lo sguardo attento del signor Giovanni de' Medici.

 

Rev. 28.02.2016


Altre considerazioni in
"Il mestiere delle armi" di Ermanno Olmi

 

Il trailer del film


Torna
alla pagina
principale