A cavallo della metà di maggio, in piena campagna elettorale, è stata innescata la solita polemica intorno alla spalla di San Secondo, il tipico prodotto di salumeria che qualcuno si ostina a voler difendere e patrocinare in maniera maldestra, appellandosi pure a denominazioni improprie. Lascio al lettore un sereno giudizio, secondo gli articoli de L'INFORMAZIONE DI PARMA,  sopra riportati. Per completezza di documentazione di seguito ritrovate la mia presa di posizione "integrale" che logicamente, nell'articolo del 14 maggio, appare giustamente adattata alla formulazione giornalistica, epurata dei ridondanti riferimenti legislativi, comunque necessari per l'archivio. Aggiungo anche gli articoli della GAZZETTA DI PARMA che bellamente ha glissato sulla mia replica. In ogni caso l'incontro con il Ministro Paolo de Castro ha chiuso, per il momento, questo nuovo capitolo della controversa vicenda.

Pier Luigi Poldi Allaj

 
 

L’interessamento per la spalla di San Secondo del segretario della sezione Lega Nord Bassa Parmense mi sembra molto “peloso”, improntato a sterile qualunquismo e mistificatore della realtà. Appare fuorviante addossare alla nostra Amministrazione Comunale colpe non proprie. Anzi è stata negli anni perseguita ogni utile strada per giungere ad una positiva soluzione di tutta la questione nell’interesse delle attività produttive del paese e per favorire nuovi insediamenti. E in merito ai pretesi nostri atteggiamenti “campanilistici”, credo che San Secondo sia più vittima  che attore.  Giova pertanto elencare per sommi capi i vari passaggi “storici”. E’ giusto che la gente sappia, attingendo direttamente dagli atti e dai fatti.

1. L’Amministrazione Comunale di San Secondo Parmense non ha di certo ostacolato la nascita del primo e purtroppo sinora unico insediamento di lavorazione dei salumi, presente sul nostro territorio, sorto nella seconda metà degli anni novanta, essendo rimasta sino ad allora tale attività complementare alle macellerie ed alle salumerie, complementare addirittura alle produzioni agricole, per quanto ad un tempo minimale e diffusa.

2. Il Comune di San Secondo Parmense e la Provincia di Parma nel 2000 richiedevano l’inserimento del prodotto “Spalla di San Secondo” nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, e già a partire dal 2001 (D.M. 8 maggio 2001 in G.U. n. 136 del 14.06.2001, S. O. n. 147) essa veniva censita, con l’esatta denominazione, specifiche e traduzione dialettale “spalla di San Secondo, spalla cotta e spalla cruda, spala cota e crùda”. L’elenco, in estrema sintesi,  raffigura un censimento di prodotti, una lista aperta, annualmente revisionabile, che costituisce il primo passaggio per avviare il procedimento di riconoscimento comunitario del marchio DOP/IGP.

3. Nell’anno 2004 la neocostituita Associazione fra produttori per la tutela della Spalla di San Secondo (ad oggi 12 associati in ambito provinciale) avviava il procedimento per il riconoscimento IGP (Bollettino Ufficiale Regione Emilia Romagna n.ro 47 anno 2004 (14.04.2004) e n.ro 80 anno 2004 (23.06.2004).

Purtroppo c’è stato qualcuno che ha voluto innescare diatribe, in parte ancora in essere e non soltanto accademiche, con l’Associazione e con la stessa Amministrazione Comunale e per questo forse più vicino alla minoranza di Maranzoni che alla maggioranza di Bernardini. A queste si sono sovrapposti rallentamenti ministeriali del precedente Governo, mentre l’attuale – insediatosi dopo le elezioni del 9 aprile 2006 –  si è trovato di fronte alla sopravvenuta adozione del nuovo regolamento comunitario (Regolamento CE n. 510/2006 del 20 marzo 2006 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea n. L 93/12 del 31 marzo 2006). E’ comunque in programma un incontro con il ministro De Castro proprio alla fine della settimana per verificare direttamente con lui la situazione.

 

 
 
 
 
 
 
 

 
Rassegna stampa
 

Corte dei Rossi