Venerdì 9 maggio 2008

         

     di MASSIMO BOCCUCCI

 

Vitellozzo Vitelli signore di Città di Castello rivive in un documentario-fiction che consegna alla memoria uno dei più autorevoli esperti cinquecenteschi in Europa nell’uso delle artiglierie e nemico giurato del Papato tanto da finire ucciso per mano del “Valentino” Cesare Borgia nel castello di Senigaglia. La docu-fiction “La famiglia Vitelli di Città di Castello”, realizzata dalla “Danae Film Production” per la regia di Adrio Testaguzza ed il coordinamento di Marcello Traversini, viene presentata oggi (ore 17.30) a palazzo Vitelli a Sant’Egidio. Ci saranno il sindaco tifernate Fernanda Cecchini; il presidente della Camera di Commercio di Perugia, Alviero Moretti; Giulio Cesare Giordano, segretario generale del Consiglio internazionale cinema e televisione Cict dell’Unesco; Duccio Balestruccio, docente di storia medievale all’università di Siena; Angelo Sferrazza, giornalista e scrittore.

Nel racconto rivive il rapporto tra la famiglia Vitelli e Città di Castello che divenne sotto il proprio dominio un centro pulsante dell’Italia Rinascimentale. Lo scrittore Maugham parla di Vitellozzo Vitelli come “più orgoglioso del suo feudo di Città di Castello che della sua tiara cardinalizia”. Le vicende familiari sono nel segno dell’avventura e delle passioni amorose, del potere e degli intrighi di palazzo. La docu-fiction racconta le origini di Città di Castello e della famiglia Vitelli attraverso i monumenti medievali e rinascimentali più significativi, con le maggiori opere d’arte, ricostruendo l’epoca con l’apporto di valenti storici e decine di comparse.

I Vitelli segnano la storia tifernate a cominciare dal 1400, dopo la parentesi della dominazione di Braccio Fortebraccio da Montone tra il 1422 ed il 1424, data della sua morte. Fino al 1428 la città venne poi retta dalla vedova, Nicola Varano, ed in seguito ad una rivolta popolare animata dai Vitelli ed appoggiata dagli urbinati, il territorio tornò libero pur dovendo fronteggiare sia le rivendicazioni del Papato e delle città vicine, sia le dispute interne in particolare tra le fazioni dei Vitelli in ascesa e quella dei Guelfucci in progressivo declino ma sempre potenti.

Da un periodo di disordini, emergerà nella seconda metà del ‘400 la signoria dei Vitelli. Le figure cruciali nell'ascesa sono Gerozzo ed il figlio Vitellozzo, esiliato dopo una faida con i Guelfucci e rientrato dopo la morte di Braccio da Montone, quindi nominato priore del popolo per uno dei rioni cittadini e poi nuovamente esule. Con il rientro di Vitellozzo, i Vitelli tornano ad avere attorno al 1440 un ruolo centrale nel governo di Città di Castello.
Il video della Danae, prodotto in collaborazione con il Comune tifernate ed il patrocinio di Unesco, Regione e Provincia con il sostegno della Fondazione e della Cassa di Risparmio di Città di Castello, è stato tradotto in inglese e francese e sarà presentato ad ottobre presso la “Maison de l’Unesco” a Parigi. Si inserisce in una collana che la casa di produzione umbra dedica ad avvenimenti storici, grandi capitani di ventura e nobili famiglie che hanno dominato il periodo tra l’alto medioevo ed il Rinascimento, come le storie di Federico da Montefeltro e Braccio da Montone già inserite in circuiti culturali internazionali.

 

La pagina interra

 
 
Rassegna stampa
 

Corte dei Rossi