18 marzo 2013
 
 
 
 
 
 
 

NOSTRO COMMENTO

 

Suggestivo è il ricordo di Pietro Maria de' Rossi nel sesto centenario della nascita. Due succosi articoli del giornalista e storico Pier Paolo Mendogni ci rendono una bellissima immagine della figura del più importante personaggio quattrocentesco parmense ed uno dei più rispettati anche oltre Po, da Milano a Venezia.

Notizie che, giunte a noi nel corso dei secoli frammentarie, risentono delle ovvie incongruenze che si ritrovano, di volta in volta, nei diversi autori, dalla numerazione alla paternità, dal titolo principale di "conte di Berceto" di cui fanno fede le medaglie, al soprannome di "Magnifico", certamente inferiore all'appellativo che si trova negli "Elogia" di "Padre della Patria e protettore della libertà parmense".

Quisquilie, quali il numero delle sorelle e della figliolanza, che non sempre collimano perfettamente nelle genealogie compilate a partire dall'Ottocento, servono pure loro a tenere vivo il dibattito sui grandi personaggi della storia di casa nostra, quali Pietro Maria de' Rossi. Anche se coi "bastardi" ci si poteva andare più leggeri: il termine mi pare un tantino forte e noi di San Secondo lo potremmo, a ragione, definire di ispirazione farnesiana. Bastava semplicemente "naturali"!

C'è da dire, tuttavia, che la Rocca di San Secondo, diversamente dai castelli di Roccabianca e Torrechiara, ci restituisce ben poco, praticamente niente, della antica dimora di Pietro Maria e di Antonia Torelli, neppure nella ricostruzione di Loreno Confortini, men che meno nel magniloquente apparato di affreschi, dovuto alle generazioni cinquecentesche, a partire, da quel Pier Maria, "conte di San Secondo", il cui ritratto fa bella mostra di sé nel madrileno Museo del Prado, di mano certa del Parnigianino, e che, involontariamente, adorna la pagina celebrativa della Gazzetta. Peraltro è cosa non nuova quella di scambiare gli omonimi trisavolo e pronipote. Era già successo sullo speciale "Castelli del Parmense" di ”Bell'Italia” del febbraio 1997 a corredo dell'articolo "Che birichino quel Pier Maria" di Pier Paolo Colonna. Allora era il tredicesimo quadro delle gesta rossiane, ma il risultato lo stesso: confondere il “Padre della Patria” con il “cavaliere di san Michele”, che per nonna si portava Caterina Sforza e zio materno Giovanni delle Bande Nere. Un modo come un altro per sminuire, da sempre, il valore di entrambi, quasi riducendoli al anonimi, pardon, omonimi Carneadi?

Resta tuttavia lo splendido ricordo, una pagina da conservare, noi che a San Secondo, nel nostro piccolo, abbiamo pensato di unire in una semplice pubblicazione i 600 anni del "conte di Berceto" con 150 anni della nuova denominazione del Comune, conseguente alla ristrutturazione politica ed amministrativa del neonato Regno d'Italia, "Da 150 a 600", con scritti, in rigoroso ordine alfabetico, di Francesca Belmessieri, Elisa Bertuccioli, Elena Bini, Pierangela Ceresini, Cesare Pezzarossa, Pier Luigi Poldi Allaj, Umberto Poppi, Lodovico Ronchini, Angelica Rosati, Arnaldo Scaramuzza, libro che sarà presentato, domenica 24 marzo alle ore 11 nei locali della biblioteca in via Cavallotti a San Secondo.

Pier Luigi Poldi Allaj

 

 
Rassegna stampa

Corte dei Rossi