28 agosto 2005 - GAZZETTA DI PARMA
 
 

 

Nostro commento

Messaggio subliminale

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Qualcuno potrebbe ben dire che la frittata è servita, su un vassoio dorato. O, meglio, verde oliva, come ben riquadra la pagina della Gazzetta della domenica della Fiera 2005, 49a  “della Fortanina e della Spalla di San Secondo”. Tale è il nome non storpiato, come da troppi s’usa, di una millenaria manifestazione che, in età contemporanea, si avvia a festeggiare il mezzo secolo di rivitalizzazione.

Passata la festa, crediamo possa essere giunto il momento di esprimere un parere attorno ad un messaggio subliminale rivolto a coloro che, con scienza e coscienza, cercano di valorizzare, anche attraverso il prodotto “spalla di San Secondo”, le attività storiche, artistiche e gastronomiche di San Secondo, pure incoraggiando l’intraprendenza di stimati e valentissimi professionisti del settore, a livello provinciale, valicando i ristretti territori comunali assommanti a sole 12.398,57 biolche parmigiane.

Non è nostra  intenzione polemizzare in maniera sterile e senza senso, intenzionati come siamo a fare della onestà intellettuale la nostra arma e la nostra bandiera, riconoscendo anche quegli errori, fatti pur sempre per spirito di corpo, a partire dalla inopportuna trasposizione del logo, da manifestazione a prodotto.

Non corrispondono al vero, e neppure hanno senso, le spavalde affermazioni affisse in paese, alla stregua di antiche grida, per le vie e nelle piazze, nei negozî e nei caffé, le stesse che sono apparse sulla Gazzetta di quella festosa giornata.

Il logo storico, così come strutturato - con l’omino che offre la bottiglia di fortanina e la “spalla di San Secondo” sullo sfondo della Rocca dei Rossi - appartiene unicamente alla “Fiera della Fortanina e della Spalla di San Secondo”, appartiene a tutta comunità di San Secondo. Dal 1957. Non può essere traslato, ab initio et ante saecula, ad un solo prodotto, ad associazioni di categoria, a singoli produttori o aspiranti tali, l’attenzione dei quali, per quanto giustificabile e giustificata, non può essere scevra di interessi di mera natura commerciale.

Forse è una questione di principio, avvezzi come siamo a trattare di prìncipi, marchesi, conti e baroni, che bene degustano e male producono. Pur tuttavia ci auguriamo, nel superiore interesse delle attività socio-economiche sansecondine, che quanto prima l’antica norcineria (peggio dell’araba fenice: che ci sia “niun” lo dice, dove sia “neppur” si sa) cominci ad operare in abbondanza e qualità. In abbondanza, per superare quella fatidica soglia del 60 %, misura minima per giustificare unicità e caratteristiche del prodotto. In qualità, per sfatare l’antico ed amaro luogo comune che vorrebbe migliore la “spalla di San Secondo” lavorata al di fuori delle mura amiche.

 

DIZIONARIO

fenice, s. f., 1 Uccello favoloso d'Arabia che, secondo la leggenda, si costruiva ogni cinquecento anni un rogo, per ardervi e poi risorgerne. 2 (fig.) La fenice, l'araba fenice, simbolo di cosa o persona irreale e introvabile o molto rara.

scevro, agg., (lett.) Privo, esente: essere scevro di colpa.

subliminale, agg., (psicol.). Detto di stimolo che è troppo debole per essere percepito e riconosciuto, ma non tanto da non esercitare qualche influenza sui processi psichici o sul comportamento.