Scipione, il castello di Salsomaggiore Terme
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Scipione, il castello di Salsomaggiore Terme
Con l’ingresso all’interno
della grande famiglia dell’Associazione dei Castelli del Ducato di Parma
e Piacenza, il Castello di Scipione di Salsomaggiore (PR) porta i
“gioielli” a quota 21. La grande storia è passata di qui. Narra la
leggenda che il nome del Castello di Scipione derivi da una preesistente
villa romana, costruita proprio dalla famiglia del distruttore di
Cartagine, sulla quale nell’XI secolo i Marchesi Pallavicino hanno
innalzato il maniero che ancora oggi domina il parco naturale dello
Stirone. E’ passato attraverso gli attacchi dei piacentini al tempo
delle lotte tra guelfi e ghibellini nel 1267; e delle famiglie guelfe
Rossi, da Correggio e Terzi tra il 1403 e 1407; prima di essere
ricostruito nel 1447 con le più moderne tecniche difensive dell’epoca
dai fratelli Lodovico e Giovanni Pallavicino. Il torrione e le anguste
prigioni risalgono a quell’epoca, mentre del Seicento sono l’elegante
loggiato e il grande portale di accesso al cortile d’onore. L’interno
conserva soffitti a cassettoni, affreschi e decorazioni originali. Uno
dei nomi del maniero è stato “Castello del sale”, questo perché nel
Medioevo i marchesi Pallavicino erano i maggiori produttori e i più
potenti arbitri del mercato del preziosissimo sale, una delle merci più
ricercate poiché era indispensabile per la conservazione dei cibi. Il
castello difendeva i pozzi del sale, e le stesse acque da cui allora si
estraeva sono oggi apprezzate per il potere curativo che ha dato origine
al termalismo di Salsomaggiore. La potente famiglia dei Pallavicino,
parte della grande Obertenga cui appartenevano anche i marchesi
Malaspina, di Massa, d’Este e da cui discendono anche i duchi di Ferrara
e Modena e gli odierni principi di Hannover, stabilì nel parmense un
vero e proprio stato, con capitale Busseto prima e Cortemaggiore (la
“Città Ideale”) dal 1479, di cui il Castello di Scipione era una delle
roccaforti. Tutto questo fino al 1636 quando i marchesati dei
Pallavicino vennero assorbiti dal Ducato di Parma e Piacenza ad opera
dei Farnese, salvo quello di Zibello che sopravvisse fino all’epoca
napoleonica. Il Castello di Scipione è rimasto quasi sempre in mano alla
famiglia Pallavicino, tranne che per un breve periodo dopo la prima
guerra mondiale quando fu donato dalla Marchesa Clelia Pallavicino
all’Opera Nazionale Orfani di Guerra. Successivamente il Castello fu
acquistato dal diplomatico danese Christian Frederik Per dei Conti von
Holstein per portarlo in dono alla moglie, Marchesa Maria Luisa
Pallavicino, e farne la loro residenza. Il Castello ritornò così al ramo
primogenito della famiglia fondatrice che annovera tra i suoi antenati
diretti importanti personaggi come Adalberto, grande condottiero, del
quale ne cantano le lodi Ludovico Ariosto nell’”Orlando Furioso” e
Torquato Tasso nella “Gerusalemme Liberata”, Uberto detto “Il Grande”,
Vicario Imperiale della Lombardia e Signore di Milano, e Rolando detto
“Il Magnifico”, uomo del Rinascimento, autore delle “Statuta
Pallavicinia”, testo legislativo che rimarrà in vigore fino
all’Ottocento e con il quale seppe riorganizzare in modo moderno il
proprio Stato.
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